Viviamo in un mondo in cui il multitasking sembra una necessità. Lavoriamo al computer mentre rispondiamo ai messaggi, ascoltiamo musica mentre studiamo, cuciniamo mentre guardiamo la TV. Ma il nostro cervello è davvero in grado di gestire più attività contemporaneamente? Scopriamo se il multitasking è realmente così efficace come crediamo sulla base delle evidenze scientifiche.
Il multitasking è la capacità percepita di eseguire più compiti contemporaneamente. Tuttavia, gli esperti distinguono tra multitasking reale e “task-switching”, cioè il rapido passaggio da un compito all’altro. In realtà, il cervello umano fatica a svolgere due attività complesse nello stesso momento, soprattutto se entrambe richiedono attenzione e concentrazione.
Quando proviamo a fare più cose insieme, la corteccia prefrontale del cervello, responsabile della concentrazione e del processo decisionale, è costretta a dividersi tra i vari compiti. Questo comporta un rallentamento generale delle prestazioni e un aumento della fatica mentale. In più, questo “bottleneck cognitivo” limita la nostra capacità di elaborare più informazioni simultaneamente, portando spesso a errori e perdita di efficienza.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che il multitasking riduce la produttività e aumenta il tempo necessario per completare i compiti.
Per esempio, Sandra Bond Chapman, fondatrice del Center for brain health dell’Università di Dallas, nelle sue ricerche ha dimostrato che un carico eccessivo di materiale da elaborare conduce a un’impennata del livello di cortisolo, l’ormone dello stress. Ciò si spiega con motivi di carattere biologico: i neuroni non sono fatti per svolgere molte attività simultaneamente e non riescono a dividersi i compiti.
Alle medesime conclusioni sono arrivati anche i ricercatori dell’Università di Sussex, che hanno fatto anche un’interessante scoperta sugli effetti del multitasking: una più bassa densità di materia grigia nell’area cerebrale della corteccia cingolata anteriore (ACC), coinvolta nell’elaborazione del pensiero e nel controllo emotivo. Ciò si riflette in una minore capacità di attenzione e in un rischio più significativo di ansia e depressione.
Contrariamente a quanto si pensa, il multitasking quindi non ci rende più produttivi, ma mina la nostra capacità di concentrazione. Quando alterniamo costantemente tra compiti diversi, la nostra attenzione viene frammentata e impieghiamo più tempo per recuperare il focus iniziale. Inoltre, il multitasking è associato a un aumento dello stress, poiché il cervello è costantemente sotto pressione per gestire più informazioni contemporaneamente.
Esistono eccezioni? Il multitasking può essere efficace solo in determinati casi, ad esempio quando un’attività è automatica e non richiede sforzo cognitivo, come camminare e ascoltare un podcast. Almeno finché siamo su una strada conosciuta, altrimenti rischiamo di perderci o di attraversare la strada col rosso. Alcuni atleti e musicisti riescono a gestire più azioni contemporaneamente, ma ciò è dovuto a una lunga pratica e alla memoria muscolare.
Per aumentare l’efficienza e la concentrazione, è preferibile adottare strategie che riducano il multitasking. Alcune tecniche utili includono:
La scienza conferma che il multitasking, nella maggior parte dei casi, riduce l’efficacia e aumenta la fatica mentale. È meglio concentrarsi su un compito alla volta per ottenere risultati migliori e ridurre lo stress: la chiave per una maggiore produttività sta nella gestione intelligente del tempo e dell’attenzione. E se hai bisogno di un’immediata ricarica mentale, prova la bevanda funzionale per la concentrazione e ritrova focus e attenzione sorso dopo sorso.