Ascoltare una canzone è un’attività generalmente associata a un momento di svago, magari per staccare un po’ e prendere una pausa. Ma la melodia giusta può fare molto di più: diversi ricercatori hanno indagato sul ruolo della musica per la concentrazione e hanno scoperto che può essere un valido supporto per migliorare il focus mentale.
Studiare, lavorare o semplicemente completare le attività quotidiane possono diventare più agevoli con il brano musicale adatto: scopriamo cosa è emerso nelle ricerche scientifiche.
L’effetto della musica sul cervello interessa aree differenti:
· La corteccia prefrontale, responsabile delle funzioni cognitive superiori come attenzione e memoria.
· La corteccia sensoriale, che gestisce gli stimoli esterni.
· L’ippocampo, coinvolto nell’orientamento e nella memoria a breve e a lungo termine.
· La corteccia visiva, responsabile dell’elaborazione delle informazioni visive.
· Il cervelletto, centrale nel controllo dei movimenti, inclusi quelli necessari per danzare o suonare uno strumento.
· La corteccia uditiva, specializzata nell’elaborare e comprendere gli stimoli sonori.
· Il nucleo accumbens e l’amigdala, che hanno un ruolo importante nelle reazioni emotive legate alle stimolazioni uditive.
La musica ha anche il potere di influenzare il sistema limbico, che regola le emozioni, contribuendo a creare uno stato di calma e concentrazione.
Dal punto di vista neurochimico, la musica favorisce il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore che migliora l’umore e la motivazione. Allo stesso tempo, può ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, favorendo uno stato mentale più rilassato e ricettivo.
Dalle ricerche di Schlaug (2001), professore di Neurologia e Ingegneria Biomedica alla University of Massachusetts, è emerso che negli studenti di musica le aree cerebrali legate all’analisi uditiva hanno acquisito un volume maggiore.
Risultati confermati dagli studi del neurologo Pascual-Leone del 2006, in cui si è scoperto che il cervello risponde con un’elevata rapidità all’educazione musicale: bastano pochi minuti di esercizi di pianoforte per stimolare cambiamenti nella corteccia motoria.
Non sempre è adatta la musica per la concentrazione. Tradizionalmente si ritiene che esistano generi più efficaci di altri:
· Musica classica e barocca. Il “Mozart Effect” è forse uno dei fenomeni più conosciuti. Ascoltare musica classica, in particolare le composizioni di Mozart, è stato collegato a miglioramenti nelle abilità cognitive e nella concentrazione. La musica barocca, con i suoi ritmi di 60 battiti al minuto, è nota per favorire il rilassamento e la focalizzazione.
· Musica ambient e binaurale. La musica ambient, con i suoi toni morbidi e privi di brusche variazioni, crea un ambiente sonoro che aiuta a eliminare le distrazioni. Le frequenze binaurali, in particolare, sono progettate per sincronizzare le onde cerebrali e favorire stati di alta concentrazione e produttività.
· Musica senza parole. Per molte persone, le parole nella musica possono distrarre. La musica strumentale o elettronica priva di testi aiuta a mantenere la mente concentrata durante il lavoro o lo studio.
Tuttavia, uno studio del 2018 di Srini Pillay, musicista e neuroscienziato di Harvard, ha messo in discussione queste certezze. La ricerca ha messo in evidenza che non c’è un genere uguale per tutti: per aumentare la concentrazione l’ideale è la musica familiare, cioè i brani più conosciuti e apprezzati dal singolo individuo.
Se cerchi un modo per potenziare la tua capacità di focalizzazione, potresti integrare la musica nella tua routine di lavoro o studio: può diventare un valido alleato per migliorare la tua produttività e il tuo benessere mentale.
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