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Inquinamento luminoso: effetti della luce blu sul cervello

Neuroscienze

L’inquinamento luminoso è una delle forme meno percepite, ma più diffuse, di inquinamento moderno. Consiste nell’eccessiva presenza di luce artificiale negli ambienti urbani e domestici, con conseguenze significative sull’ambiente e sulla salute umana.

Tra le sue componenti principali c’è la luce blu, emessa da schermi digitali, lampade LED e altre fonti artificiali. Questa luce, sebbene utile e indispensabile in molti contesti, può avere effetti negativi sul nostro cervello, influenzando il sonno, la concentrazione e il benessere mentale.

 

Cos’è la luce blu e perché è problematica 

La luce blu è una parte dello spettro visibile, caratterizzata da una lunghezza d’onda corta e un’elevata energia. È presente naturalmente nella luce solare, ma oggi la troviamo anche in fonti artificiali come schermi di computer, smartphone, tablet e illuminazione LED.

Mentre la luce blu naturale ha un ruolo essenziale nel regolare il ciclo sonno-veglia, quella artificiale può diventare problematica, soprattutto quando l’esposizione è prolungata e si verifica nelle ore serali. Il rischio concreto è quello di subire un’alterazione del nostro ritmo circadiano, il “timer interno” del corpo, perché la luce blu inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che favorisce il sonno.

 Inquinamento luminoso

Gli effetti della luce blu sul cervello

Il cervello è particolarmente sensibile alla luce blu, che può influenzare diversi aspetti del benessere mentale:

  • Alterazione del sonno. L’eccesso di luce blu serale ritarda l’addormentamento e peggiora la qualità del sonno. La carenza di sonno, a sua volta, causa difficoltà di concentrazione e influisce negativamente sulla memoria.
  • Affaticamento mentale e visivo. L’uso prolungato di dispositivi digitali provoca stress visivo digitale, con sintomi come occhi secchi, mal di testa e difficoltà a mantenere il focus.
  • Impatto sull’umore. L’interruzione del sonno e l’esposizione prolungata alla luce blu sono state associate a un aumento dello stress, dell'ansia e del rischio di depressione.

Uno studio della Oregon State University ha osservato non solo gli effetti della luce blu sul cervello, ma in generale sulla salute. L’esperimento è stato condotto sui moscerini e ha permesso di individuare danni ai neuroni cerebrali, alle cellule retiniche e addirittura una riduzione della capacità di movimento.

In generale, lo studio evidenzia che l’esposizione prolungata alla luce blu di device come smartphone e tablet provoca danni che vanno al di là del solo disturbo del ritmo circadiano ed è in grado di accelerare l’invecchiamento, riducendo così la longevità.

 

Come proteggersi dalla luce blu

Per minimizzare gli effetti negativi dell’inquinamento luminoso, è importante adottare alcune strategie pratiche:

  • Utilizzare tecnologie di protezione come occhiali con filtro luce blu o la modalità “notte” sui dispositivi elettronici.
  • Passare ad abitudini serali corrette, in particolare evitare schermi luminosi almeno un’ora prima di dormire e scegliere luci calde per l’illuminazione notturna.
  • Fare pause regolari secondo il metodo 20-20-20, che prevede di distogliere lo sguardo dallo schermo ogni 20 minuti per 20 secondi guardando qualcosa a 20 piedi di distanza (circa 6 metri).

Proteggersi dagli effetti della luce blu sul cervello e sull’organismo è quindi fondamentale per il proprio benessere psicofisico, in particolare quello cerebrale. E quando senti che la tua mente è stanca e affaticata, ricorda che hai sempre a portata di mano un potente alleato: S-Nap Shot è la bevanda funzionale per la concentrazione, basata sull’esclusiva Brain Fuel Formula creata da professionisti in neuroscienze.


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